VERONESI DI CORSA
Quando si parla di palio si pensa a Siena. In realtà quasi tutte le città avevano un palio più o meno importante. Il Palio del drappo verde, conosciuto anche come Palio di Verona, è menzionato per la prima volta in un documento del 1198. Si teneva la prima domenica di Quaresima e comprendeva due gare: una a cavallo e una a piedi, quest’ultima ritenuta non a caso la corsa organizzata più antica del mondo.
Nel 1304 il palio veronese ebbe come testimone d’eccezione Dante Alighieri, che ne rimase così impressionato da citarlo nella Divina Commedia: Poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna; e parve di costoro quelli che vince, non colui che perde (canto XV dell’Inferno). Col passare degli anni le gare divennero quattro: nel 1393 si aggiunse la corsa a piedi delle donne e dalla prima metà del Quattrocento la corsa degli asini. Il percorso coincideva con il tracciato del decumano romano che va da porta Palio a piazza S. Anastasia, in passato chiamato semplicemente “il corso”, perché qui appunto si correva. Nel palio del 1710, tra gli ufficiali di servizio che dovevano assicurare un corretto e ordinato svolgimento della corsa, c’era anche un sergente di nome Jacometo. Come facciamo a saperlo? Perché è lui stesso ad averci informato. Se andate in corso Cavour al numero 2, e guardate sotto la seconda finestra a pianterreno, troverete questa scritta ancora leggibile: a dì 2 m.o 1710 il giorno del palio son stato sargente Jacometo da patulia a questo posto.